Società pubblico-privato, il Mercato Agroalimentare di Padova (Maap) è il quinto per capacità commerciale in Italia e tra i primi per l’export di prodotti ortofrutticoli. La proprietà è in maggioranza pubblica con il Comune al 38,2%, la Camera di commercio al 12,3%. I Privati sono rappresentati dal Gruppo Grossisti con una quota del 48,4% e da Confagricoltura e Coldiretti con una quota dell’1,1%. Sono 33 le aziende grossiste che operano nella struttura di 42 mila metri quadri, quattro le cooperative agricole presenti (tra le quali la cooperativa CAPO di Conche di Codevigo e la cooperativa del biologico El Tamiso) e qualche centinaio i produttori agricoli che nei periodi della raccolta portano i loro prodotti presso gli stand o vendono nell’area a loro dedicata. Dei 12 mila quintali di ortofrutta che ogni giorno passano per il Maap, il 55% è destinato all’esportazione, soprattutto nei Paesi dell’Est Europa e in Austria, il 15% va alla Grande distribuzione organizzata, il 10% al commercio al dettaglio e il restante prodotto è ceduto ad altri operatori commerciali.

Il Mercato agro-alimentare di Padova mercoledì 4 luglio ha festeggiato i 25 anni di attività presso la nuova sede di Corso Stati Uniti tra ricordi e progetti importanti per il futuro. Nei prossimi mesi inizierà l’allargamento nell’area di corso Spagna dove troveranno posto 20 mila metri quadri di piattaforme logistiche, parcheggi, aree di movimentazione ed anche aree verdi con un orto urbano che possa diventare un’area educativa per i ragazzi delle scuole in visita.

Ha partecipato alla festa anche il presidente di Confagricoltura Padova, Michele Barbetta, che ha sottolineato l’importanza e il valore della produzione ortofrutticola veneta ed italiana ed ha espresso l’auspicio che il Maap diventi ancora di più un collettore di riferimento delle produzioni locali.

Tra i numerosi interventi segnaliamo quello di Settimo Gottardo, sindaco di Padova nel 1993, che il Maap lo ha visto progettare e costruire: “Se oggi Padova può annoverare questa bella struttura dobbiamo ringraziare, in tempi di euroscetticismo, l’Unione europea che la finanziò con 30 miliardi di lire». Ebbene sì, senza i fondi dell’agricoltura stanziati dalla Comunità europea il Maap non sarebbe stato realizzato.