Era un passo atteso da oltre dieci anni, e finalmente è arrivato. Il Ministero delle politiche agricole ha infatti reso noto che la Cina ha ufficialmente riaperto le frontiere alla carne suina fresca italiana, ridando così il via a un mercato che era bloccato ormai dal 1999 a causa della mancata indennità dell’Italia, in particolar modo della macroregione del nord (che comprende Emilia Romagna, Lombardia, Friuli, Liguria, Marche, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e le province autonome di Trento e Bolzano), alla peste vescicolare suina, fattore che finora aveva frenato le esportazioni verso il mercato cinese. Ma ora l’Aqsiq (Amministrazione generale per il controllo della qualità, l’ispezione e la quarantena) e il Ministero dell’agricoltura cinese hanno riconosciuto tale indennità, riaprendo il flusso commerciale.
Si tratta di un passaggio fondamentale che permetterà ora l’attivazione delle procedure operative con le autorità cinesi per l’effettiva apertura del mercato alle carni suine fresche e ai prodotti a breve stagionatura.
L’apertura della Cina alle nostre esportazioni di carni suine, grassi e frattaglie, sebbene limitata alla sola macroregione del Nord, rappresenta una grande opportunità, e potrebbe generare già nella fase iniziale un fatturato export pari a 50 milioni di euro, permettendo al nostro paese di recuperare posizioni importanti rispetto ai principali competitor europei.