L’andamento climatico altalenante non sta favorendo la stagione delle fragole, che a metà circa della raccolta registrano un bilancio non soddisfacente, con quotazioni più basse rispetto alla scorsa stagione. E come sempre la concorrenza spagnola ha inciso fortemente sui prezzi. “Il mercato non sta andando bene – spiega Francesca Aldegheri, presidente dei frutticoltori di Confagricoltura Verona – . Siamo partiti con prezzi di 1,2 euro al chilo a fronte di 1,5 euro di costi di produzione. Negli ultimi giorni le cose sono migliorate, con i prezzi saliti a 1,5 euro, ma non sufficienti perché si possa parlare di giusta remunerazione.
La produzione è stata ed è tuttora fortemente influenzata dall’andamento climatico. I continui sbalzi di temperatura da una parte favoriscono una maturazione a scalare, che è un fattore positivo per la raccolta, ma dall’altro frenano i consumi.
Negli ultimi anni la superficie investita a fragola si è progressivamente ridotta. Nel territorio veronese, che rappresenta oltre il 90 per cento della produzione regionale, secondo i dati di Veneto Agricoltura, nel 2018 era scesa a 430 ettari, segnando un 23 per cento in meno rispetto al 2017, con quantitativi al di sotto delle 10.000 tonnellate di produzione. Quest’anno le superfici si sono ulteriormente ridotte.
Si guarda anche alla raccolta delle ciliegie, che nelle zone di pianura inizierà tra qualche giorno con le varietà precoci. “Anche le ciliegie hanno risentito del meteo – dice la Aldegheri -. Però le ciliegie hanno una buona capacità di ripresa: se colpite quando non sono ancora mature, riescono a riprendersi. I quantitativi saranno un po’ inferiori rispetto all’anno scorso, ma se la qualità e i prezzi fossero buoni potremmo portare a casa un bilancio positivo. Speriamo solo che si sistemi il tempo, perché questo non è il clima migliore per una maturazione ottimale”.