La tabacchicoltura nella Regione Veneto contribuisce alla creazione di 1.200 posti di lavoro e ha un valore annuale stimabile tra i 36 e i 50 milioni di euro. Al netto di importanti ridimensionamenti subiti negli ultimi vent’anni (-25% nei volumi produttivi), il Veneto si è rivelata un’area tabacchicola resiliente, con 125 aziende che contano un migliaio di addetti: un potenziale occupazionale che sale a 1200 posti di lavoro, comprendendo anche la trasformazione e la manifattura.. La coltivazione del tabacco in Veneto si concentra soprattutto nella provincia di Verona con 67 aziende. Seguono Vicenza con 35 siti produttivi, Padova con 30, Venezia con 19 e Treviso con 9. La provincia di Verona si conferma nel 2020 il principale polo tabacchicolo della regione con quasi 3 mila ettari impiegati e una produzione che supera le 12.000 tonnellate.

Sono queste alcune delle osservazioni contenute nello studio realizzato dal think-thank Competere, patrocinato dalla Regione Veneto e presentato nell’azienda F. Priuli di Oppeano. Lo studio è stato illustrato nel corso di una visita all’azienda F. Priuli di Oppeano (Verona) alla quale hanno preso parte l’assessore all’Agricoltura della Regione Veneto, il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, il presidente di Italtab Vincenzo Argo e l’amministratore delegato e presidente di British American Tobacco Italia Roberta Palazzetti.

In Italia il comparto del tabacco conta circa 2 mila aziende che danno lavoro a 50 mila addetti (in prevalenza donne) e si sviluppa in oltre 15 mila ettari. “Il settore del tabacco italiano è vivo e vitale. Ora occorrono scelte politiche ed economiche mirate, per dare un futuro alle imprese ed evitare un pericoloso declino di un comparto che, nonostante la contrazione dei volumi produttivi del 25% degli ultimi dieci anni, ha saputo reagire facendo della sostenibilità, della qualità e dell’aggregazione i suoi punti di forza” – ha sottolineato il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.