Fidora: “Favorevole andamento climatico, per le uve precoci potremmo partire già a Ferragosto”
Partenza anticipata per la vendemmia nel Padovano, grazie a un andamento meteo favorevole che ha maturato prima le uve e dovrebbe portare già a Ferragosto a vedere i primi grappoli nelle ceste. Si spera nel ritorno dei voucher in tempo per la raccolta. Quanto ai prezzi, dopo l’impennata del 2017 dovrebbero tornare nella norma.
“La vendemmia 2018 nel Padovano promette bene – dice Lorenzo Fidora, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Padova -. Dovremmo avere una buona qualità delle uve e buone produzioni. L’andamento climatico è stato complessivamente positivo, anche se permane un po’ di preoccupazione per gli ultimi eventi atmosferici che, a macchia di leopardo, hanno colpito un po’ tutte le zone vitivinicole. Ci sono situazioni critiche, con danni anche consistenti alla produzione, ma per fortuna rimangono numericamente circoscritti. Partiremo con la raccolta tra meno di un mese. Le varietà precoci, cioè Pinot grigio e Chardonnay, sono in fase di maturazione, con gli acini che stanno cambiando già colore: si prevede che già a Ferragosto si possa iniziare a raccogliere, in anticipo rispetto al 2017. Per la Glera si partirà pure in anticipo, tra fine agosto e inizio settembre. Questo, del resto, è il trend degli ultimi anni: fa sempre più caldo e ogni anno si parte prima. Per quanto riguarda i prezzi, si sta tornando alle quotazioni di due anni fa dopo lo sbalzo del 2017, quando le gelate primaverili e, di conseguenza, la scarsa produzione, fecero schizzare in alto le cifre”.
Molta attenzione è rivolta al Pinot grigio, che per il secondo anno consecutivo viene raccolto come doc delle Venezie: “Per garantire la quantità di prodotto, il Consorzio ha deciso quest’anno di portare la resa a 150 quintali a ettaro, abbassando così il quantitativo di prodotto da immettere sul mercato – spiega Fidora -. Siamo ancora nella fase di transizione tra igt e doc, ma le prospettive rimangono positive, in particolare per il mercato americano, che ha apprezzato la scelta di qualità fatta dai produttori due anni fa con la costituzione della più grande doc d’Italia. Un po’ più delicata la situazione con l’Inghilterra, dove si sta programmando una maggiore informazione per valorizzare il prodotto. Nel pinot grigio i viticoltori padovani hanno investito molto. Nella zona Sud, in particolare, sta continuando l’incremento di impianti viticoli. L’importante è proseguire con una viticoltura che deve caratterizzarsi per la qualità e valorizzare le nostre produzioni”.
Ultima nota sui voucher, che Confagricoltura Padova auspica siano ripristinati in tempo per la vendemmia: “La raccolta si caratterizza per un’attività che si svolge una sola volta all’anno, concentrata in un breve periodo. Ci serve, quindi, un sistema che dia la possibilità ai produttori di poter assumere dei raccoglitori senza inciampare in un eccesso di burocrazia I voucher sono un sistema ottimale e flessibile, che fornisce garanzie e coperture ai lavoratori, che ci auguriamo possa essere riservato non solo a studenti e pensionati, ma ampliato anche alle casalinghe, che potrebbero lavorare qualche giorno nei campi e arrotondare le entrate familiari”.
Nel Padovano (dati regionali di Avepa 2017) ci sono 7.030 ettari di superficie vitata (circa 600 in più rispetto ai 6.390 del 2016), di cui il 68,75% a bacca bianca e il 31,25% a bacca nera. Troneggia la varietà Glera con 2.666 ettari, seguita dal Merlot nero con 1.142, dal Pinot Grigio con 954, e quindi da Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Chardonnay e Garganega. Le aziende vitivinicole sono 3.778, di cui circa un centinaio con coltivazioni biologiche.